Cosa unisce le divinità del pantheon greco-romano alle vicende amorose del Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart e Lorenzo Da Ponte?
Milo Manara ha splendidamente reinterpretato gli inganni e le malizie del dramma giocoso di fine Settecento rievocando nelle sue illustrazioni le metamorfosi d’Amore di Giove.
Ninfe sfuggenti, satiri maliziosi, Dei volitivi ed esseri mortali popolano le scene realizzate da Milo Manara per la riproposizione dell’ultimo melodramma della trilogia mozartiana per la regia di Stefano Vizioli. Il legame è molto meno sottile di quanto possa sembrare e si dipana dalle metamorfosi d’amore che caratterizzano l‘Olimpo e suoi abitanti. Ovidio, nelle sue Metamorfosi, ha descritto l’enorme marchingegno di intrighi e sotterfugi che sostanzia l’immaginario della mitologia antica e si configura come fonte principale d’ispirazione per il lavoro svolto da Manara.
Così come il padre degli dei muta il proprio aspetto per riuscire a realizzare i suoi amori adulterini, allo stesso modo i protagonisti dell’opera di Mozart si travestono e modificano le proprie sembianze per mettere alla prova la fedeltà del loro amore.
Il gioco degli inganni e dei travestimenti è un gioco molto pericoloso, come afferma lo stesso Manara: «in Così fan tutte, alla fine, a furia di travestirsi, si perde la percezione della propria identità».