“Ma... Manel Naher, sono io!”
Manel Naher vive in un tipo di metropoli molto singolare: per sopravviverci devi esistere agli occhi degli altri, nel senso più letterale della parola. Avere un’omonimia famosa è quasi sinonimo di una condanna a morte. Alla nostra eroina però accade proprio questo, Manel Naher scopre di avere lo stesso nome di una cantante famosa e inizia poco a poco a perdere le forze. Ma lei vuole sottrarsi a questa ossessione e, indipendente e coraggiosa com’è, decide di partire all’esplorazione del Grande Vuoto, un luogo misterioso e affascinante proprio fuori dalla metropoli.
Il primo fumetto di Lea Murawiec, Il Grande Vuoto, è un mirabolante racconto distopico. L’artista spreme il suo racconto fino al midollo: ogni pagina, ogni dialogo, ogni scelta grafica, tutto è funzionale alla narrazione. Lo stile e i colori si intrecciano con grande libertà, la vignetta è superata, ripensata, riplasmata ma senza mai perdere il senso della narrazione. I movimenti di Manel Naher sono fluidi, ampi, elastici; i visi, quasi come delle emoji, esprimono emozioni e concetti inconfondibili.
Un fumetto semplicemente sbalorditivo, già vincitore nel 2022 del Premio Speciale del Pubblico al Festival di Angoulême e il Bologna Ragazzi Award nella categoria Young Adult. Una storia che ci porta in un mondo in cui l’individualità è soffocata dalla massa e dal conformismo. Non vi ricorda qualcosa?